
Questa frase, è la parte finale di una meravigliosa intervista sull'Eco di Bergamo di cui consiglio vivamente la lettura. Si potranno leggere condensate in poche righe la vita eccezionale di un uomo eccezionale.
Ora, purtroppo, manca solo che si avverino queste sue parole: «Quando sono andato a Mosca, prima di tutto ho conosciuto Shostakovich e sono andato nella sua classe. È una persona che rimane nel mio cuore e nella mia anima. Ciò che ha fatto lui per me non l'ha fatto nessun altro, ci sono delle cose che non posso nemmeno raccontare. La stessa cosa è accaduta con Prokofiev. Ho vissuto per cinque anni di seguito, in estate, nella sua dacia, parlando di musica, della vita. Ora tutti e due sono sepolti nello stesso cimitero, a Mosca. E lì mi stanno aspettando».
Tra tutti i filmati che ho trovato in rete, mi piace ricordarlo con questo video dove lo vediamo dirigere il War Requiem di Benjamin Britten, scritto per sottolineare la futilità e l’insensatezza della guerra e denunciarne le mostruose conseguenze.