A Valencia, in Spagna, si sta pensando di fare una grossa belinata come quella della distruzione della casa di Paganini citata nel post precedente.
Per la precisione esiste il progetto di prolungare fino al mare una grossa strada abbattendo 1651 abitazioni di un quartiere tra il centro della città e il mare, il Cabanyal-Canyamelar.
L'attuale sindaco, la signora Rita Barberá (foto a destra), è una dei più accesi sostenitori del prolungamento, contro di lei gli abitanti del quartiere e molti altri cittadini.
Il quartiere fu costruito dai pescatori nel XIX secolo ed è caratterizzato da piccole case, oggi magari un po' malandate, caratteristiche di una piccola architettura popolare antitetica a quella gigantesca e orribile delle speculazioni immobiliari che va tanto di moda ai nostri giorni.
Tagliare in due quel quartiere significherebbe alterarne in maniera irreversibile la sua identità.
La scelta è quindi tra "risanare" abbattendo e ricostruendo, spaccando in due un quartiere omogeneo con una strada ad alto scorrimento e nuove abitazioni intorno, oppure salvaguardare un patrimonio storico di casette e piccoli gioielli come quello nella foto.
Per fortuna gli abitanti del Cabanyal sono agguerriti ed hanno trovato qualcuno che li ascolta al Ministero dei Beni Culturali.
A leggere la storia non riesco proprio a capire a cosa serva cancellare il cuore di un quartiere per prolungare l'avenida dedicata a Vicente Blasco Ibáñez, autore di numerosi romanzi da cui furono tratti diversi film di successo, come "Sangue e arena" o "i quattro cavalieri dell'Apocalisse".
E pensare che la sua prima novella, "Flor de Mayo", era ambientata proprio nel Cabanyal!
Trasposto in Italia, sarebbe più o meno come trasformare piazza Verga di Aci Trezza in un grosso parcheggio, radendo al suolo la casa del nespolo e le casette vicino all'ormeggio della Provvidenza dei Malavoglia. Una grossa scemenza, appunto.
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