venerdì, aprile 23, 2010

il 23 aprile del 1616 di due giorni diversi

Secondo un'usanza molto diffusa in Catalogna, il 23 aprile, festa di San Giorgio, i librai regalano una rosa per ogni libro venduto.
La data ha un particolare valore simbolico poiché il 23 aprile del 1616 vennero a mancare tre grandi autori: Cervantes, Shakespeare e l’Inca Garcilaso de la Vega.
Da notare, però, che pur morendo tutti e tre il 23 aprile del 1616, questi non ci hanno lasciato lo stesso giorno.
Quale è il ...trucco? Leggete la spiegazione, scritta sotto l'immagine...


Nel 1616, in Spagna, era già in uso il calendario gregoriano, mentre in Inghilterra vigeva ancora il precedente calendario giuliano, indietro rispetto al primo di una decina di giorni circa.
Per questo motivo il 23 aprile in Spagna era successivo di 10 giorni al 23 aprile in Inghilterra.

mercoledì, aprile 21, 2010

c'è chi trova facile dire Eyjafjallajökull

Tutta questione di abitudini, immagino.
Il vulcano islandese che con le sue ceneri ha bloccato per giorni i voli europei ha un nome che anche un bambino (islandese) saprebbe pronunciare correttamente: Eyjafjallajökull.
Eyja che vuol dire isola, fjalla che vuol dire montagna e jökull che vuol dire ghiacciaio.

Anche un bambino saprebbe dire isolamontagnaghiacciaio senza strafalcioni.
E' per questo che un video postato su Youtube (evidentemente da un islandese) sta facendo morire dal ridere i connazionali: si tratta di una collezione di tentativi falliti di pronunciare l'impronunciabile nome di quel vulcano.



Per una volta mi sento solidale con quei poveri speaker e mi permetto di dissentire dall'ilarità generale che pervade i commentatori (islandesi) del video.
Chissà se sarebbero capaci a dire semplicemente "Etna" senza errori di pronuncia, loro che fanno tanto i furbini :-)

lunedì, aprile 05, 2010

la strada di Blasco Ibáñez

Rita BarberaA Valencia, in Spagna, si sta pensando di fare una grossa belinata come quella della distruzione della casa di Paganini citata nel post precedente.
Per la precisione esiste il progetto di prolungare fino al mare una grossa strada abbattendo 1651 abitazioni di un quartiere tra il centro della città e il mare, il Cabanyal-Canyamelar.

L'attuale sindaco, la signora Rita Barberá (foto a destra), è una dei più accesi sostenitori del prolungamento, contro di lei gli abitanti del quartiere e molti altri cittadini.

Il quartiere fu costruito dai pescatori nel XIX secolo ed è caratterizzato da piccole case, oggi magari un po' malandate, caratteristiche di una piccola architettura popolare antitetica a quella gigantesca e orribile delle speculazioni immobiliari che va tanto di moda ai nostri giorni.
Tagliare in due quel quartiere significherebbe alterarne in maniera irreversibile la sua identità.
La scelta è quindi tra "risanare" abbattendo e ricostruendo, spaccando in due un quartiere omogeneo con una strada ad alto scorrimento e nuove abitazioni intorno, oppure salvaguardare un patrimonio storico di casette e piccoli gioielli come quello nella foto.

Per fortuna gli abitanti del Cabanyal sono agguerriti ed hanno trovato qualcuno che li ascolta al Ministero dei Beni Culturali.
A leggere la storia non riesco proprio a capire a cosa serva cancellare il cuore di un quartiere per prolungare l'avenida dedicata a Vicente Blasco Ibáñez, autore di numerosi romanzi da cui furono tratti diversi film di successo, come "Sangue e arena" o "i quattro cavalieri dell'Apocalisse".

E pensare che la sua prima novella, "Flor de Mayo", era ambientata proprio nel Cabanyal!

Trasposto in Italia, sarebbe più o meno come trasformare piazza Verga di Aci Trezza in un grosso parcheggio, radendo al suolo la casa del nespolo e le casette vicino all'ormeggio della Provvidenza dei Malavoglia. Una grossa scemenza, appunto.