Il 6 di novembre di ogni anno (data istituzionale stabilita da un protocollo di intesa dei produttori) c’è un evento molto particolare, atteso con ansia da una moltitudine di appassionati: l'entrata in commercio del Vino Novello. E’ un vino piacevole, poco impegnativo (anche a causa della scarsa tannicità, e dunque anche scarsa longevità) e per questo piace alle fasce di pubblico che prediligono bevande di facile approccio; è abbinabile a piatti semplici e di largo consumo, e poi è il primo a testimoniare dell'ultima vendemmia, ed è il primo a consolare dell’arrivo del freddo e delle giornate corte.Il Novello però non è semplicemente il primo vino che si beve, sarebbe pressoché impossibile vendemmiare a settembre ed avere il vino pronto i primi di novembre; è il frutto di assai consapevoli strumenti tecnologici; infatti, viene ottenuto in qualche modo sostituendo o modificando i percorsi che la natura segue per trasformare l’uva in vino. Al principio, come al solito, vennero i francesi: un ricercatore, sperimentando la conservazione dei grappoli in un ambiente saturo di anidride carbonica si accorse di aver ottenuto (involontariamente) un mosto piacevolmente profumato. E la tecnica di produzione in poche parole è la seguente: i grappoli con gli acini interi sono posti all'interno di apposite vasche nelle quali viene prima prodotto il vuoto d'aria e poi immessa l’anidride carbonica. Gli acini del fondo vengono schiacciati liberando del mosto ed i lieviti contenuti innescano un particolare processo di fermentazione. Al termine del ciclo si procede alla vinificazione in rosso, con una lieve pigiatura ed un’ulteriore fermentazione di qualche giorno. In Francia si ha il Beaujolais Noveau, che sostanzialmente è stato copiato da noi italiani. Ci sono però alcune differenze. Innanzitutto, il Beaujolais Noveau francese è prodotto solo nella regione della Borgogna, e il vitigno utilizzato è esclusivamente uno, mentre noi abbiamo trasferito nel novello la nostra ricchezza di vitigni e di territori. Quindi esiste per esempio il Novello di Barbera e Dolcetto, di Cannonau, di Sangiovese, di Teroldego e Marzemino, diNero d’Avola di Lambrusco . E poi non bisogna trascurare il fatto importante che mentre nel Beaujolais Noveau il vino viene interamente ottenuto con la tecnica della macerazione carbonica, nel disciplinare italiano può essere utilizzato vino “normale” fino al 70%, e questo rende il nostro Novello in qualche modo più “importante”.
A me questo vino piace molto; alcune osterie che servono il novello per me sono ormai diventate una tappa obbligata dopo l'uscita del Novello.
Visto che ho proposto un incontro culinario, mi è venuto in mente che ogni anno diversi ristoranti organizzano cene in cui il tema è il Novello (tra i tanti citerei per il momento Italo's di Stellanello, il cui gestore, essendo una buona forchetta e soprattutto un buon bevitore, propone sempre un gustoso e ricco menù ed un'ampia scelta di novelli) . Potrebbe essere un input in più per decidere quando e dove andare.
3 commenti:
è compreso il servizio navetta che ti riporta a casa?
Pongo il veto su Italo's... altre possibilità?
Ottima idea !!!!
Condivido appieno la richiesta di GIMMI !!!!!
Posta un commento